Manifesto

POTERE, NON AUTORITÀ

Il futuro è qui e ora: comunicato dalla Piattaforma creativa INDE – U.P.I.

Abbiamo costruito nuove fondamenta dalle macerie.

Scacciamo i vecchi fantasmi dagli spazi abbandonati ai quali ritorniamo vita. 

Dalla spazzatura faremo strumenti con i quali stravolgeremo questa condizione monotona, oscura e senza via d’uscita del nostro tempo e spazio.

Il 5 ottobre 2014, noi, persone da ogni dove, abbiamo deciso che non vogliamo essere parte del problema, ma parte della soluzione: per questo abbiamo attuato un’azione diretta, spontanea e auto-organizzata con l’occupazione di due spazi nella fabbrica INDE, abbandonata e in stato di degrado già da dieci anni, nella quale per decenni assumevano handicappati con l’apparente pretesto d‘inserimento e d’integrazione sociali, nonché altri lavoratori per l’accumulo di profitto. Dove, agli inizi del “giovane capitalismo”, era lo spazio dello sfruttamento economico e delle persone, con il nostro lavoro e con le nostre idee, lo abbiamo liberato e abbiamo posto le basi per uno spazio di solidarietà, rispetto, autonomia e il diritto per l’auto-organizzazione.

CON QUESTA AZIONE PRENDIAMO IL FUTURO NELLE NOSTRE MANI!

L’occupazione e la liberazione della fatiscente INDE, che sono state compiute per lo più da giovani disoccupati, sono dovute all’enorme e sistematica mancanza di spazi comuni autonomi, non a scopo di lucro e non commerciali sulla Costa. Spazi come INDE sono assolutamente necessari, poiché fungono da punto d’incontro per tutte le persone le quali ripugnano il profitto e la commercializzazione della cultura e della società. Siccome c’è mancanza di questi spazi sulla Costa, ne abbiamo creato uno nuovo. Ci siamo resi conto di avere la forza e abbiamo creato i presupposti per una non profittevole socializzazione, libera espressione artistica, scambio d’idee e di prassi, eventi musicali, esposizioni, ecc. Quando parliamo di libertà e di emancipazione, non distinguiamo tra teoria e pratica, la gestione della Piattaforma creativa INDE si basa sulla costruzione di una politica “dal basso in tutte le direzioni” e non su una perversa politica di partito o altre forme di funzionamento gerarchico. I nostri valori sono la solidarietà, la tolleranza, il agire che si basa sul principio di armonia, l’auto-organizzazione e le strategie di decisioni collettive senza capi e padroni o altri tipi di autorità.

Questo però non significa che U.P.I. sia uno spazio aperto a tutti: siamo intolleranti verso gli intolleranti, perciò INDE non è uno spazio per il nazionalismo, il patriottismo perverso, il razzismo, l’omofobia, il sessismo e altre pratiche e ideologie della discriminazione.

Al lavoro duro di alcune persone ci siamo uniti presto molti altri, entusiasti di intraprendere qualsiasi lavoro. Così abbiamo svuotato dagli spazi tre secchi di siringhe usate, tanta spazzatura e rifiuti edili, abbiamo riparato le finestre, le porte, stuccato i fori nei muri e nel pavimento – riempiendo così anche i vuoti nei nostri cuori.

Gli spazi liberati sono stati ripuliti – si stanno gradualmente modificando e arredando – sono già pronti per socializzare e organizzare vari eventi culturali, artistici ed eventi politico-sociali non di parte.

Le nostre azioni comuni sono dirette e organizzate alle assemblee regolari, che sono un istrumento di decisione congiunta egalitaria. Il nostro collettivo, che aumenta giorno dopo giorno, testimonia quanto necessaria sia stata la creazione di un tale spazio.

INDE è stato occupato per mostrare cosa significa la reciproca solidarietà. Ci impegniamo a dare un nuovo significato alle parole volontà ed entusiasmo; dimostriamo che i giovani non siamo pigri, è l’intera società a essere progettata a impedire lo sviluppo libero dei nostri potenziali.

Con la liberazione e la costruzione della piattaforma creativa INDE – U. P. I. dimostriamo che, con l’operazione armoniosa dei vari individui, gruppi e collettivi, possiamo riprenderci il potere e così attivamente risolvere la posizione senza prospettiva nella quale ci siamo ritrovati.

DIMOSTRIAMO CHE ABBIAMO BISOGNO DI POCO PER CREARE MOLTO

ABBIAMO OCCUPATO INDE PER CREARE SOTTO LE NOSTRE CONDIZIONI UNO SPAZIO DOVE POSSIAMO SVILUPPARE TUTTE LE COSE UMANE, PACIFICHE, CULTURALI, SOCIALI E DIVERTENTI, CHE IL SISTEMA ATTUALE E LO STATO ATTUALE NON CI CONSENTONO.

La fu industria INDE, a suo tempo simbolo della devastazione e della distruzione della nostra società e dell’ambiente locale da parte di élite politiche ed economiche locali, statali e globali; l’abbiamo trasformata in un simbolo del possibile e dell’impossibile, del bello e di quello che vogliamo.

Noi siamo coloro che stavamo aspettando! Noi siamo l’eredità della bomba social – economica. Abbiamo piantato il seme della speranza e della rivolta, non pensiamo di accettare l’attuale situazione, ma, anzi, la vogliamo cambiare in merito ai nostri potenziali, necessità e desideri. Pertanto l’occupazione, la liberazione e la creazione U.P.I. INDE, oltre a quanto già scritto, avvisa:

alla precedente politica di sfruttamento della dirigenza della fabbrica INDE, giacché gli attuali proprietari, le fallite imprese edili Kraški Zidar e Konstruktor (entrambe in liquidazione), sono in debito con oltre 650 lavoratori, più di sei stipendi mensili arretrati,contributi,regressi,rimborsi,ecc.;
alla problematica abitativa dei giovani senza via d’uscita, l’inadeguata politica residenziale e l’alto tasso di disoccupazione tra giovani e oltre e alla catastrofale condizione sociale in cui viviamo;

il sempre crescente numero di poveri, di quelli che sono ai margini della povertà e il numero sempre maggiore dei senzatetto;

■ il degrado dei numerosi spazi abbandonati nell’ambiente locale, tanto quelli commerciali quanto quelli residenziali e il bisogno di discutere sulla problematica della sacralità della proprietà privata come tale, poiché potremmo donare ai bisognosi le numerose residenze vuote in proprietà delle banche, e gli spazi commerciali vuoti metterli a disposizione alla gente per la creatività e per socializzare;

la commercializzazione di club, centri e organizzazioni giovanili e la loro dipendenza da enti locali e altri finanziatori e alla distruzione degli spazi pubblici .

la quotidiana individualizzazione della gente nella quale ci forza la società attuale.

Il nostro spirito sarà inquieto, finché ognuno non potrà essere artefice del proprio destino alle proprie condizioni.